Il misuratore di pressione classico prevede l’utilizzo della pompetta di gonfiaggio. Tale sistema serve per pompare l’aria, ciò fa sì che il bracciale venga gonfiato in maniera manuale, facendo arrivare l’aria attraverso la peretta in gomma, collegata di conseguenza a un tubo. Il cosiddetto sfigmomanometro a mercurio, è quello più utilizzato, si compone di un bracciale in gomma collegato alla pompetta, da cui dovremo far fluire l’aria, come già detto poco sopra, lungo un tubicino. Di conseguenza il bracciale è collegato a un manometro a colonna di mercurio, dove saranno visibili i valori. Esiste poi un metodo più moderno, rispetto quello citato poc’anzi: lo sfigmomanometro aneroide. Quest’ultimo modello è quello che possiamo trovare un po’ ovunque, a differenza del modello precedente, anziché avere la colonnina di mercurio si ha un manometro a orologio con ago mobile. Vediamo quali sono i limiti e i punti di forza di questo procedimento di misurazione.
Punti di forza della misurazione con la pompetta
Ogni metodo di misurazione ha i suoi pro e i suoi contro. Ma la pompetta può aiutare nella precisione dei valori, non possono così esserci errori causati da una misurazione digitale, quali falle o bug delle tecnologie. Ad oggi, in tanti ritengono che lo sfigmomanometro manuale sia lo strumento più preciso per la misurazione della pressione.
Limiti della misurazione con la pompetta
Sapere calibrare il misuratore non è poi così semplice, soprattutto se non si è molto pratici. C’è il rischio, una volta rilasciata l’aria dal bracciale, che si comprima in maniera eccessiva l’arteria brachiale, sballando così i valori. Dovendo gonfiare il manicotto con la pompetta, fino al momento in cui si avvertono le pulsazioni all’arteria radiale, bisogna sapere fino a quanti mmHg si deve arrivare, prima di poter aprire la valvola sulla pompetta, così da rilasciare l’aria dal bracciale. Questo può portare a un errata misurazione, con conseguente eccessiva lettura dei veri valori o, al contrario, una lettura inferiore. Ma un limite da non sottovalutare è quello nel caso in cui ci si ritrovi di fronte a un paziente con aritmie. Se non si è medici o particolarmente bravi nelle misurazioni è bene evitare. Perché potrebbe sfuggirci una fibrillazione atriale con conseguente probabilità di ictus, lasciando così il paziente ignaro di tutto questo. Un altro aspetto da tenere in considerazione è la cura di questo sfigmomanometro, poiché necessita di una periodica calibrazione.
Conviene ancora usare questo tipo di misurazione?
La scelta di dover misurare la pressione è quasi una necessità e non va presa sottogamba, se poi volete farlo con la classica colonnina di mercurio e la pompetta o con un dispositivo digitale, tutto dipende da voi. Sicuramente una misurazione senza dover far pompare aria manualmente è la cosa migliore, dato che potreste sbagliare nel far fluire troppa aria e segnare valori errati nel rilascio proprio di quest’ultima. I nuovi marchingegni elettronici fanno tutto da soli, non c’è alcun bisogno di preoccuparsi se l’aria va bene o meno, a meno che non siano difettosi. Basta inserire il braccio all’interno del manicotto, controllare che sia ben allacciato e, una volta premuto il tasto d’avvio, l’apparecchio gonfia automaticamente la camera d’aria. I valori appariranno sul display e voi avrete finito con la misurazione.
Quale è la soluzione migliore?
Per non rischiare di incedere in errori di valutazione, con conseguente rischio per i pazienti, la cosa migliore è usare un sistema di pompaggio automatico, collegando solo il bracciale e monitorando quanto rivela il display digitale. Evitare di utilizzare il classico metodo di misurazione se non si è competenti. Poiché, la pressione arteriosa è un parametro di vitale importanza, bisogna saper monitorare con estrema accuratezza i valori.